Il resoconto dei ragazzi alla GMG 2023

Sei ragazzi di San Martino Spino (Matteo R, Filippo R, Nicola G, Alex C, Giada F e Alessia D) insieme a don Germain sono partiti dalla canonica SABATO notte 29/07 alle ore 22:00 circa diretti a Carpi, dove ad attenderli c’era il BUS12 pronto per dirigersi verso la meta da tempo attesa e preparata, “Lisbona” per vivere insieme la “Giornata Mondiale della Gioventù 2023 (GMG o JMJ) con la benedizione e il saluto alla partenza di alcuni loro amici. Giunti a Carpi si sono uniti al gruppo di S. Possidonio e Carpi. Caricati i bagagli sul bus, a mezzanotte circa sono partiti. 

La mattina (ore 8:30 circa) di DOMENICA 30/07 si sono fermati ad AVIGNONE dove insieme a tutti i ragazzi della diocesi Modena-Carpi hanno celebrato la Santa Messa presieduta da don Germain, dopodiché sono ripartiti. Arrivati a Lourdes verso le ore 20:00 all’hotel “Florence”, hanno cenato e riposato. Dopo cena, solo il gruppo di Carpi (perché gli altri sono andati prima di cena) si sono recati al santuario, alla grotta dell’apparizione della Madonna, e hanno partecipato alla fiaccolata insieme a tantissime persone provenienti da tutto il mondo. Il don ha raccontato loro la storia del santuario e che questa fiaccolata viene fatta ogni domenica, e sono stati molto felici di avervi potuto partecipare unendosi ai canti e balli che accompagnavano la preghiera.

Rientrati in hotel hanno dormito fino alle 4:30-5:00 con partenza alle ore 6:00/6:30. Dopo circa 15 ore di pullman LUNEDI 31/07 sono arrivati a Torres Vedras alle ore circa 19:30/20:00. All’arrivo hanno ricevuto il kit del pellegrino e sono stati divisi tra famiglie e palestre. Coloro che erano in famiglia (Don Germain, Alex e Nicola) (e Filippo in altra famiglia insieme ad un ragazzo seminarista) hanno cenato presso la famiglia, mentre chi era in palestra (Matteo, Giada e Alessia) dopo essersi sistemati si sono recati per la cena al MC Donald’s convenzionato. La palestra è stata suddivisa in due parti, da un lato le femmine da un lato i maschi, ci sono le docce e sono davvero in tanti (circa 600). A 0:00 le luci vengono spente per permettere alle persone di dormire. “E’ un esperienza abbastanza pesante, ma l’importante è riuscire a dormire!!”

MARTEDI 01/08 annullato il programma di andare a Fatima, dopo colazione tutto il gruppo di Modena-Carpi si sono riuniti per una riflessione comunitaria aspettando l’arrivo del Vescovo Erio. Ci sono state testimonianze sulle esperienze della settimana precedente (gemellaggio) da parte di tre ragazzi. Hanno ricevuto delle informazioni generali ed hanno celebrato le lodi mattutine. 

Nel pomeriggio dopo pranzo sono andati a Torres Vedras in un parco dove con canti e balli si è dato il via alla festa di accoglienza. Un momento comunitario molto bello, carico e accogliente nel quale si è vissuto il calore dell’essere insieme. Subito dopo siamo andati a Lisbona dove erano presenti circa 320.000 persone per partecipare alla S. Messa di apertura, in un parco molto bello in salita, (nel Parque Edoardo VII presieduta dal cardinale patriarca di Lisbona, Manuel Clemente). E’ stato difficile orientarsi in quanto l’organizzazione non era ancora stata completata a livello di informazioni, transenne, indicazione dei settori… E’ stato il momento in cui hanno realizzato la quantità di persone presenti, “era difficile muoversi, stare insieme, le persone spingevano, ma è anche il momento in cui è cresciuta la facoltà di adattamento, che fa parte della JMJ.” La celebrazione della S. Messa è stata in portoghese, e poi in altre lingue, un po’ complicato da seguire. Abbiamo ricevuto la S. Comunione dai ministri dell’Eucarestia presenti in grande quantità e riconoscibili grazie ad un ombrello bianco che un’altra persona teneva aperto sul ministro. Al termine, alle ore 22:30 circa hanno preso il pullman e sono rientrati a Torres Vedras, dove prima di rientrare nelle famiglie e in palestra hanno cenato insieme.

Mercoledi 02/08, a Torres Vedras, hanno partecipato alla prima riflessione “Rise Up” dove si sono uniti a loro la diocesi di Pavia, Lodi, Lucca, Bolzano, e un gruppo religioso misto del sud. La riflessione è stata su “ecologia integrale”, ed è stato accompagnato dal coro composto da tutti i ragazzi delle varie diocesi di cui 2 di Carpi. Un ragazzo ha dato la sua testimonianza, esperienza e consigli. A seguire il vescovo di Trento ha completato la riflessione, che è stata davvero bella e al termine siamo stati suddivisi in gruppi per confrontarci su questo tema. Il vescovo ha fatto un parallelismo tra la fretta di salvare il pianeta e la fretta di Maria quando andò da Elisabetta (“si alzò e andò in fretta”, che è il tema della JMJ). Terminata la S. Messa presieduta dal vescovo di Lodi concelebrata dal vescovo di Trento, al vescovo Erio Castellucci, don Germain e tutti i don presenti. L’omelia è stata molto toccante. Dopo il pranzo si sono recati a Lisbona, ed essendo liberi di visitare la città, la nostra parrocchia di S. Martino Spino, si è recata alla chiesa della Misericordia e alla chiesa della Madonna di Loreto, “belli anche gli incontri per strada dove ci si saluta, si fanno incontri con persone nuove, si scambiano parole, informazioni.. Hanno proseguito con l’acquisto di souvenir fino ad arrivare a “casa italia” (la casa base di riferimento dove potersi appoggiare per avere informazioni, prendere un caffè italiano…). Al loro arrivo “casa italia” stava per chiudere, quindi stavano per andare via, quando quasi per caso, grazie ad un angelo di signora che li ha avvisati, si sono recati sulla strada dove hanno avuto la grazia di poter vedere passare papa Francesco in auto a poca distanza da loro. Dopo questo bellissimo saluto, sono andati a pranzo. Alle ore 22:30 circa hanno preso il pullman per il rientro. Purtroppo non sono riusciti a partecipare alla festa degli italiani tenuta in serata a causa degli orari di trasporto.

GIOVEDI 03/08 al mattino hanno avuto il 2° incontro di “Rise-Up” con il tema “l’amicizia solidale”. La riflessione è stata fatta dal vescovo di Lodi, dopodiché sono stati divisi in gruppi per un confronto su questo tema, parlando di inclusione, mai esclusione, dell’essere fratelli… Nella Santa Messa che ha seguito l’incontro l’omelia è stata fatta dal vescovo di Trento ed è stata molto molto interessante, sempre su questo tema, sottolineando che “siamo noi a dover cercare l’altro, siamo noi il prossimo degli altri, e siamo noi a dover cercare il nostro prossimo e se non siamo riusciti a tirare fuori il buono dagli altri la colpa è nostra e non colpa sua,” portando l’esempio delle perla preziosa, del tesoro.

Nel pomeriggio, dopo pranzo si sono recati a Lisbona in autobus al campo dove sono stati martedi (festa di accoglienza del papa). Hanno ascoltato il discorso del papa introdotto dal vescovo di Lisbona. “E’ stata una festa con balli, canti, un piccolo spettacolo, tutto molto molto bello”. Il parco era immenso e il palco un po’ distante da loro, ma con l’aiuto delle radioline sono riusciti a seguire tutto bene. Il papa nel suo discorso ha detto “tutti siamo chiamati per nome” e “nessuno è una fotocopia” e ha insistito su questo “tutti, tutti, tutti, dobbiamo chiamare la gente in parrocchia e non va selezionata, ma tutti, tutti, tutti” facendo ripetere “todos, todos, todos” ognuno nella propria lingua a tutti i ragazzi presenti. Dopo pranzo sono rientrati e approfittando del tempo ancora a disposizione si sono fermati per un momento di condivisione di metà GMG. Tutto il gruppo di Carpi (circa 45) si sono riuniti in cerchio e chi se la sentiva diceva cosa gli era rimasto più impresso di questi giorni, le fatiche, le gioie, i dolori, in generale… in tanti hanno espresso la loro testimonianza (frasi del papa, sorrisi della gente che incontrava, l’accoglienza, …) 

Venerdi 04/08 hanno vissuto la “festa della riconciliazione” guidata dal vescovo di Bolzano e Bressanone. Dopo questo momento di riflessione tutti i don, compreso il vescovo di Bolzano, si sono posti al lato del capannone dove si trovavano per accogliere i ragazzi alla confessione. “E’ stato bellissimo vedere alzarsi tutti questi don, ognuno con la sua stola, la sua tunica, chi non l’aveva… e che seduti sulla loro sedia accoglievano tutti questi ragazzi. Ognuno con il proprio modo di benedire, di ascoltare, chi si alzava in piedi, chi … bello e particolare”

Ha fatto seguito la S. Messa presieduta dal vescovo di Bolzano, nella quale l’omelia è stata incentrata sempre sul tema della riconciliazione, della misericordia. Dal momento che era l’ultimo incontro, Alex e Nicola si sono uniti al coro dichiarando che “è stata un esperienza molto bella e siamo stati felici di avervi preso parte”. Nel pomeriggio sono tornati nel campo di Lisbona, per la via crucis del papa. “E’ stato molto bello e la radiolina messa a nostra disposizione dal kit del pellegrino ci ha aiutato ad ascoltare in italiano le parole e le preghiere”. La via crucis è durata circa 1h:30 (18:00-19:30) e nonostante la loro postazione non permetteva di vedere lo schermo, e quindi anche i vari balli che sono stati fatti, hanno comunque potuto ascoltare tutto. Il papa ha fatto un piccolo discorso introduttivo, e dalla posizione in cui in erano sono riusciti a vedere il passaggio del papa con la papamobile. La via crucis è stata animata da tantissimi canti gregoriani, il padre nostro è stato possibile recitarlo in ogni lingua attraverso le diverse stazioni della radiolina. Sono state belle le testimonianze ascoltate delle diverse persone che hanno ritrovato la loro fede. Da chi ha avuto problemi psicologici a chi aveva perso un bambino e per grazia di Dio ha avuto un secondo figlio. Esperienze che partite da un momento di dolore si sono trasformate in conversione e ritrovamento di una fede perduta. Al termine della giornata sono rientrati negli alloggi per la notte.

SABATO 05/08 al mattino hanno celebrato la S. Messa a Torres Vedras per prepararsi al pellegrinaggio finale. Erano presenti loro, Carpi e Modena. Preso l’autobus si sono recati a Lisbona dove hanno preso la metro per arrivare al “Campo da Graca” Parque Tejo, per la veglia, ma dopo un primo tratto, sono scesi per la chiusura della metro e hanno proseguito a piedi, percorrendo circa tre ore sotto il sole, (erano circa le ore 12:00 quando sono partiti, con 37-38°) ma questo ha permesso di vivere il pellegrinaggio in pienezza. “E’ stato molto dura, eravamo circa in 1.500.000 persone, ma sono esperienze sempre molto belle”. Giunti al campo, non hanno trovato posto per tutti e 40 nel loro settore, quindi sono stati divisi in settori diversi, sperimentando l’accoglienza in certi momenti, ma anche la non-accoglienza da parte di chi non ha voluto fargli spazio. Prima dell’arrivo al campo hanno ricevuto il pranzo al sacco che comprendeva il pranzo e la cena di sabato, e la colazione e il pranzo di domenica.

La veglia è iniziata con il discorso del papa ed è proseguita con l’Adorazione Eucaristica, che nonostante la presenza di un milione e mezzo di persone, è stata vissuta in un silenzio molto commovente. Il tutto si è concluso con canti portoghesi fino alle ore circa 23:45. Il discorso del papa, condiviso e meditato poi tra i ragazzi, li ha colpito molto, in particolare le frasi che sono emerse maggiormente sono state:

“l’unico momento in cui puoi guardare una persona dall’alto in basso è quello in cui la aiuti a rialzarsi”, o da soli, o con l’aiuto degli altri, ma rialzarsi”.

“cadere va bene, ma l’importante è rialzarsi”. 

“Nella vita ci vuole allenamento per tutte le cose, nello sport, per fare un goal, per studiare, in tutte le cose bisogna allenarsi”. 

“Nella vita nulla è gratis, solo l’amore di Dio è gratis” 

Il linguaggio usato dal papa è stato semplice e rivolto direttamente ai giovani.

La notte è trascorsa per ognuno in modo diverso, chi ha dormito, chi è rimasto sveglio… “c’era molta umidità e freddo. La polvere, i sassi e la terra, che fa sempre parte della GMG, hanno reso il riposo un po’ difficile”. Al mattino verso le 6:00 hanno acceso i maxi schermi con messaggi di testimonianze e poi musica. “Ci ha colpiti un don che come un dj ci ha trasmesso musica tecno, svegliando anche chi non si era svegliato prima. Un risveglio carico di energia, che nonostante la stanchezza della camminata del giorno prima e dal fatto di sentirci sporchi e poco riposati per la presenza di polvere e sassolini, ci ha fatti balzare fuori dal sacco a pelo in pochissimo tempo, carichi per affrontare la nuova giornata”.

DOMENICA 06/08, alle ore 9:00 è iniziata la S. Messa del papa. Uno dei ragazzi (Alex) ha avuto la fortuna di andare in mezzo ai corridoi di passaggio del papa ed è riuscito a vedere e filmare il passaggio del papa, molto vicino a lui. La papamobile è riuscita a passare in tutti i settori del campo e questo ha fatto molto piacere. Nell’omelia papa Francesco si è soffermato su tre verbi in particolare: BRILLARE, ASCOLTARE e NON AVERE TIMORE, spiegando ai ragazzi come devono vivere questi verbi, senza dimenticare di rispondere anche alle tante testimonianze, di suicidio, di dolore, di chiusura in sé stessi che ci sono state. 

Terminata la celebrazione della S. Messa si sono ricongiunti con tutto il nostro gruppo e si sono incamminati per il rientro a Torres Vedras. Pensavano di dover ripercorrere tutto a piedi ma l’apertura dei mezzi di trasporto gli ha permesso di prendere la metro dopo circa un’oretta di camminata. Arrivati agli alloggi si sono lavati, cenato e riposati. Per chi era in famiglia (Don Germain, Alex e Nicola) in serata sono stati accompagnati per un giretto al mare a “Praia de Santa Cruz”, località distante circa un quarto d’ora dalla casa. Sono rimasti fuori circa un’oretta. “C’era vento, 17-18° ma percepiti 8°, ma molto fresco e bello”. Per chi era in palestra sono rimasti a chiacchierare, canticchiare e poi lasciarsi andare al dormire. Il risveglio è stato circa alle ore 4:00 di LUNEDI 07/08. “Sono stati due giorni (sabato e domenica) davvero impegnativi ma necessari per poter gustare il senso vero della GMG. Come annunciato dal papa, serve allenamento, costa fatica perché le cose bisogna guadagnarsele, ma questo ha permesso di gustare le cose belle nella S. Messa finale, vivendo appieno il significato della GMG.” 

Caricati i bagagli in pullman sono partiti diretti a Lourdes. Arrivati all’hotel, hanno cenato e dopo aver pregato insieme ad un’altra parrocchia davanti alla basilica, sono rientrati, si sono lavati e hanno riposato per poter affrontare il viaggio di rientro.

MARTEDI 08/08 sono partiti alle ore 7:15 circa, dopo colazione. Durante il tragitto si sono fermati per la pausa pranzo e un ulteriore sosta per permettere alle gambe di sgranchirsi. Arrivati a Carpi alle ore 0:10 circa, sono tornati alle loro case, portando con sé gioie, fatiche e quanto seminato in questi giorni, con la speranza che possano germogliare e portare frutto ognuno nelle proprie case, famiglie e parrocchie.

Nel frattempo, nella nostra parrocchia…

Tutti i giorni abbiamo avuto la grazia di poter avere un sacerdote che ha celebrato la Santa Messa. Abbiamo pregato ogni giorno, oltre alle intenzioni personali degli offerenti, per i nostri ragazzi in GMG a Lisbona e per i sacerdoti che li accompagnavano. Ogni due giorni circa abbiamo ricevuto notizie da Lisbona che abbiamo condiviso con la comunità sia in settimana che la domenica al termine della celebrazione della S. Messa. Abbiamo accompagnato la nostra parrocchia e tutti i ragazzi con la preghiera continua, con la partecipazione agli eventi attraverso la TV, la radio, WhatsApp, e c’è persino chi, come una signora anziana, che ha appositamente installato sul proprio cellulare un “app-social” che le permetteva di avere informazioni in tempo reale dei nostri amici in pellegrinaggio. Insomma non eravamo con voi ma siamo stati con voi. Abbiamo pregato con voi e per voi. Ogni giorno la nostra parrocchia è stata aperta alle ore 17:00 per l’Adorazione Eucaristica seguita dal S. Rosario e dalla S. Messa. 

Abbiamo gioito, pianto, meditato, sperato, commentato, pregato con il cuore rivolto al cielo, a Maria perché anche se non eravamo presenti in portogallo, ci siamo alzati e abbiamo percorso un pezzo di strada con i giovani di tutto il mondo, per poter accogliere quelle parole di speranza, di fiducia, di amore, di gioia che solo Gesù può darci. Avete iniziato questo percorso portando con voi l’abbraccio che nella Messa di sabato 29/07 i nonni vi hanno donato. Nel cammino che abbiamo fatto insieme, abbiamo affrontato gioie e fatiche, pesi che pensavamo pesanti sono divenuti leggeri, ed altri li abbiamo fatti nostri per poter alleggerire un amico. Siamo arrivati insieme a casa, accolti dalla vita quotidiana che continua a trascorrere come sempre, ma forse qualcosa in noi è cambiato, o per lo meno ci ha messo nella condizione di porci domande, di voler approfondire quale direzione la nostra vita sta prendendo, cosa di bello voglio fare, cosa far germogliare, cosa resta o cosa lascio andare dopo quanto ho vissuto. La condivisione di questi momenti ci permetterà di crescere e far crescere in noi e negli altri il desiderio di andare oltre, il desiderio di camminare alla luce della buona Parola che solo il Vangelo può darci.

Quindi a tutti un buon e santo proseguimento di cammino cristiano nella quotidianità della vita!

Alcune parti del discorso di Papa Francesco alla GMG:

(Rif. Vatican News)

È il Signore che vi ha chiamati per nome
“Voi non siete qui per caso.  Il Signore vi ha chiamati, non solo in questi giorni, ma dall’inizio dei vostri giorni. 
Sì, Lui vi ha chiamati per nome. Abbiamo ascoltato dalla Parola di Dio che ci ha chiamati per nome. 
Provate a immaginare queste tre parole scritte a grandi lettere; e poi pensate che stanno scritte dentro di voi, nei vostri cuori, 
come a formare il titolo della vostra vita, il senso di quello che sei: tu sei chiamato per nome.”

L’amore di Dio è il punto di partenza della vita
“Siamo chiamati perché siamo amati, per Dio ogni persona è preziosa così com’è
e di ciascuna Egli vuol fare un capolavoro. La Gmg può aiutarci a riconoscere questa realtà:
Siano giorni in cui il tuo nome, il tuo nome, il tuo nome,
il tuo nome attraverso fratelli e sorelle di tante lingue e nazioni che lo pronunciano con amicizia,
risuoni come una notizia unica nella storia, perché unico è il palpito di Dio per te.
Siano giorni in cui fissare nel cuore che siamo amati così come siamo, non come vorremmo essere: come siamo adesso.
Questo è il punto di partenza della GMG, ma soprattutto della vita.”

Per Gesù ogni persona è preziosa
Papa Francesco osserva che per Dio dietro ogni nome c’è un volto ma che non sempre è così nella società. I social, ad esempio, si servono dei nostri dati personali non per interpellare “l’unicità” di ciascuno ma la sua “utilità per le indagini di mercato”. Parla di lupi nascosti dietro falsi sorrisi che ingannano e poi lasciano soli. E avverte:
“Queste sono le illusioni del virtuale e dobbiamo stare attenti a non lasciarci ingannare, 
perché tante realtà che ci attirano e promettono felicità poi si mostrano per quello che sono: 
cose vane, bolle di sapone, cose superflue, cose che non servono e che lasciano il vuoto dentro. 
Vi dico una cosa: Gesù non è così, non è così: Lui ha fiducia in te, ha fiducia in ciascuno di voi, 
in ciascuno di noi perché per Gesù ciascuno di noi è importante, ciascuno di voi è importante. Questo è Gesù”

Cari fratelli e sorelle, buonasera!

Oggi camminerete con Gesù. Gesù è la Via e noi cammineremo con Lui, perché Lui ha camminato. Quando era tra noi, Gesù ha camminato. Ha camminato curando i malati, assistendo i poveri, facendo giustizia; ha camminato predicando, insegnando. Gesù cammina. Ma il cammino che più è inciso nel nostro cuore è il cammino del Calvario, la via della Croce. E oggi voi, noi, io pure, con la preghiera rinnoveremo la via della Croce. E guarderemo Gesù che passa e cammineremo con Lui.

Il cammino di Gesù è Dio che esce da sé stesso, esce da sé stesso per camminare tra noi. Quello che ascoltiamo tante volte nella Messa: “Il Verbo si fece carne e camminò tra noi”. Ricordate? E il Verbo si fece uomo e camminò tra noi. E questo lo fa per amore. Lo fa per amore. E la Croce che accompagna ogni Giornata Mondiale della Gioventù è l’icona, è la figura di questo cammino. La Croce è il senso più grande dell’amore più grande, l’amore con il quale Gesù vuole abbracciare la nostra vita. La nostra? Sì, la tua, la tua, la tua, quella di ciascuno di noi. Gesù cammina per me. Dobbiamo dirlo tutti. Gesù intraprende questo cammino per me, per dare la sua vita per me. E nessuno ha più amore di chi dà la vita per i suoi amici, di colui che dà la vita per gli altri. Non dimenticate questo: nessuno ha più amore di chi dà la vita, e questo lo ha insegnato Gesù. Per questo, quando guardiamo il Crocifisso, che è tanto doloroso, una cosa così dura, vediamo la bellezza dell’amore che dà la sua vita per ciascuno di noi. Diceva una persona molto credente una frase che mi ha colpito molto. Diceva così: “Signore, per la tua ineffabile agonia posso credere nell’amore”. Signore, per la tua ineffabile agonia posso credere nell’amore.

Gesù cammina, ma spera qualcosa, spera la nostra compagnia, spera che guardiamo… Non so, spera di aprire le finestre della mia anima, della tua anima, dell’anima di ciascuno di noi. Come sono brutte le anime chiuse, che seminano dentro e sorridono dentro! Non hanno senso. Gesù cammina e spera con il suo amore, con la sua tenerezza, di darci consolazione, di asciugare le nostre lacrime.

Ora vi faccio una domanda, però non rispondete a voce alta, ciascuno risponda dentro di sé. Io piango, qualche volta? Ci sono cose nella vita che mi fanno piangere? Tutti nella vita abbiamo pianto, e piangiamo ancora. E lì c’è Gesù con noi, Lui piange con noi, perché ci accompagna nell’oscurità che ci porta al pianto.

Adesso farò un po’ di silenzio, e ciascuno dica a Gesù per che cosa piange nella vita; ciascuno di noi glielo dice adesso, in silenzio.

[momento di silenzio]

Gesù, con la sua tenerezza, asciuga le nostre lacrime nascoste. Gesù spera di riempire, con la sua vicinanza, la nostra solitudine. Come sono tristi i momenti di solitudine! Lui è lì, Lui vuole colmare questa solitudine. Gesù vuole colmare la nostra paura, la tua paura, la mia paura, quelle paure oscure vuole colmarle con la sua consolazione. E Lui spera di spingerci ad abbracciare il rischio di amare. Perché, voi lo sapete, lo sapete meglio di me: amare è rischioso. Bisogna correre il rischio di amare. È un rischio, ma vale la pena correrlo, e Lui ci accompagna in questo. Sempre ci accompagna. Sempre cammina. Sempre, durante la vita, sta insieme a noi.

Non vorrei dire tante cose in più. Oggi faremo il cammino con Lui, il cammino della sua sofferenza, il cammino delle nostre preoccupazioni, il cammino delle nostre solitudini.

Adesso, un secondo di silenzio, e ciascuno di noi pensi alla propria sofferenza, pensi alla propria preoccupazione, pensi alle proprie miserie. Non abbiate paura, pensateci. E pensate al desiderio che l’anima torni a sorridere.

[momento di silenzio]

E Gesù cammina fino alla Croce, muore sulla Croce, affinché la nostra anima possa sorridere. Amen.

“Cari fratelli e sorelle: boa noite!

Che bello vedervi! Grazie per aver viaggiato, camminato, grazie per essere qui! E penso che anche la Vergine Maria, per raggiungere Elisabetta, abbia dovuto viaggiare: «Si alzò e andò in fretta» (Lc 1,39); ci si chiede: perché Maria si alza e va in fretta a trovare sua cugina? Certo, ha appena scoperto che la cugina è incinta, ma anche lei lo è; quindi, perché va se nessuno glielo ha chiesto? Maria compie un gesto non richiesto e non dovuto. Maria va perché ama, e «chi ama, vola, corre e si rallegra» (Imitazione di Cristo, III, 5). Questo è ciò che ci fa fare l’amore.

La gioia di Maria è doppia: aveva appena ricevuto dall’Angelo l’annuncio che avrebbe concepito il Redentore e anche la notizia che sua cugina era incinta. È curioso: invece di pensare a lei, pensa all’altra. Perché? Perché la gioia è missionaria, la gioia non è per se stessi, è per portare qualcosa. Io vi chiedo: voi che siete qui, che siete venuti per trovare voi stessi, per cercare il messaggio di Cristo, per cercare il senso bello della vita, avete intenzione di tenere questo per voi o di portarlo agli altri? Cosa ne pensate? – Non sento! – È per portarla agli altri, perché la gioia è missionaria! Ripetiamolo tutti insieme “la gioia è missionaria!”.

Quindi, devo portare questa gioia agli altri; ma la gioia che abbiamo, altri ci hanno preparato a riceverla. Ora guardiamo indietro, guardiamo tutto quello che abbiamo ricevuto… Se ci guardiamo indietro, tutti abbiamo delle persone che sono state un raggio di luce per la nostra vita: genitori, nonni, amici, sacerdoti, suore, catechisti, animatori, insegnanti, … sono come le radici della nostra gioia.

Adesso facciamo un attimo di silenzio e ognuno di noi pensi a coloro che ci hanno dato qualcosa nella vita, che sono come le radici della gioia… Li avete trovati? Avete trovato dei volti? Avete trovato delle storie? Quella gioia che è venuta da quelle radici, è ciò che dobbiamo dare, perché abbiamo radici di gioia, radici di gioia! E possiamo anche essere radici di gioia per gli altri: non si tratta di dare radici temporanee, una gioia momentanea; si tratta di portare una gioia che crea radici e mi chiedo: come possiamo diventare radici di gioia?

La gioia non è chiusa in biblioteca, anche se bisogna studiare, eh! È da un’altra parte, non è chiusa a chiave, bisogna cercarla, bisogna scoprirla, bisogna scoprirla nel dialogo con gli altri, dove dobbiamo dare quelle radici di gioia che abbiamo ricevuto, e a volte questo è faticoso! Vi faccio una domanda: vi siete mai stancati? Sì? – Non vi sento – Vi siete mai stancati? Pensate a cosa succede quando siamo stanchi… Non abbiamo voglia di fare niente, come diciamo in spagnolo, uno getta la spugna, perché non se la sente di andare avanti e allora si arrende, smette di camminare e cade…

Voi pensate che una persona che cade nella vita, che fallisce, che commette un errore, anche grande, sia spacciata? – Non sento! – No? Cosa devi fare? – Non sento! – Rialzarti! E una cosa molto bella che vorrei portaste con voi oggi come ricordo, è questa: gli alpini, che amano scalare le montagne, hanno una canzoncina molto carina che dice così «nell’arte di scalare la montagna, l’importante non è non cadere, ma non rimanere a terra», bella cosa!

Chi rimane a terra, si ritira dalla vita, ha chiuso, ha chiuso le porte alla speranza, all’illusione e lì rimane a terra, e quando vediamo qualche nostro amico che è caduto, cosa dobbiamo fare? Tirarlo su! – Forte! ­– Tirarlo su! Pensate a quando uno deve sollevare o aiutare a rialzarsi una persona, che gesto fa? La guarda dall’alto verso il basso: l’unica occasione, l’unico momento in cui è lecito guardare una persona dall’alto verso il basso è per aiutarla ad alzarsi! Quante volte vediamo persone che ci guardano così, con aria di superiorità, dall’alto in basso… È triste, l’unica maniera, l’unica situazione in cui è lecito guardare una persona dall’alto in basso è … – Ditelo voi! – è … – Forte! – Per aiutarla a rialzarsi! Bene, questo è a grandi linee il cammino, la costanza nel camminare nella vita.

Per raggiungere degli obiettivi bisogna allenarsi durante il cammino. A volte non abbiamo voglia di camminare, non abbiamo voglia di sforzarci, copiamo agli esami perché non abbiamo voglia di studiare e non ci riusciamo… Non so se a qualcuno di voi piace il calcio; a me piace! Dietro un gol, cosa c’è dietro un gol? Cosa c’è dietro un successo, cosa c’è dietro? Tanto allenamento, e nella vita non si può sempre fare quello che si vuole, ma dobbiamo fare quello che la vocazione che abbiamo dentro – e ognuno di noi ha la propria vocazione – ci porta ad essere, a camminare e, se cado, a rialzarmi o aiutarmi a rialzarmi, a non rimanere a terra e ad allenarmi, allenarmi sul cammino. Tutto questo è possibile, non perché facciamo corsi sul cammino, non c’è nessun corso che ci insegni a camminare nella vita; lo impariamo, lo impariamo dai nostri genitori, lo impariamo dai nostri nonni, lo impariamo dai nostri amici tenendoci per mano, lo impariamo vivendo e questo è allenamento sul cammino!

Vi lascio con questo pensiero: camminate e, se cadete, rialzatevi; camminate con un obiettivo, allenatevi ogni giorno nella vita. Nella vita niente è gratuito, tutto si paga, solo una cosa è gratuita, l’amore di Gesù! Quindi, con l’unica cosa gratuita che abbiamo, l’amore di Gesù, e con il desiderio e la voglia di camminare, camminiamo nella speranza, guardiamo alle nostre radici. Senza paura. Non abbiate paura!

Grazie, arrivederci!”

Le parole dell’apostolo Pietro sul monte della Trasfigurazione sono le stesse che, dopo questi giorni intensi, vogliamo fare nostre: “Signore, è bello che siamo qui!” (Mt 17,4). È stato bello quello che abbiamo vissuto con Gesù, quello che abbiamo vissuto insieme e come abbiamo pregato. Ma dopo questi giorni, ci chiediamo: cosa porteremo con noi quando torneremo nella valle della vita quotidiana? 

Dal Vangelo che abbiamo ascoltato, voglio rispondere a questa domanda con tre verbi: risplendere, ascoltare, non temere. 

Brillante. Gesù fu trasfigurato e – dice il testo – “il suo volto brillò come il sole” (Mt 17,2). Aveva da poco annunciato la sua passione e morte in croce, infrangendo così l’immagine di un Messia potente e mondano e frustrando le aspettative dei discepoli. Ora, per aiutarli ad accettare il disegno d’amore di Dio, che raggiunge la gloria attraverso la via della croce, Gesù prende con sé tre di loro – Pietro, Giacomo e Giovanni – li conduce sulla cima di un monte e si trasfigura: il suo volto diventa radioso e le sue vesti limpide. Questo “bagno di luce” li prepara alla notte che dovranno attraversare. 

Cari amici, anche oggi abbiamo bisogno di qualcosa di luminoso per affrontare le tenebre che ci assalgono nella vita, tante sconfitte quotidiane, per affrontarle con la luce della risurrezione di Gesù. Egli è la luce che non si spegne, la luce che brilla anche di notte. Vengono in mente le parole del sacerdote Esdra, che troviamo nella Sacra Scrittura e che anche noi possiamo ripetere dopo questi giorni trascorsi insieme: “Il nostro Dio ha voluto far brillare i nostri occhi” (Esd 9,8). Il nostro Dio illumina i nostri occhi, illumina i nostri cuori, illumina la nostra mente e la nostra volontà di fare qualcosa della nostra vita. 

Ma vorrei anche dirvi una cosa: non diventiamo luminosi quando ci mettiamo sotto i riflettori, quando mostriamo un’immagine perfetta e ci sentiamo forti e vincenti. Ma brilliamo quando, accogliendo Gesù, impariamo ad amare come lui ha amato. Amare come Gesù: questo ci rende luminosi, questo ci porta a compiere atti d’amore. Non sbagliate, sarete luminosi il giorno in cui compirete atti d’amore. Se invece di compiere atti d’amore, ci guardiamo dentro, egoisticamente, la luce si spegne. 

Il secondo verbo è ascoltare. Sul monte, una nube luminosa copre i discepoli e la voce del Padre indica che Gesù è il Figlio prediletto. Il comando del Padre è semplice e diretto: “Ascoltatelo” (Mt 17,5). Tutto è qui: tutto ciò che si deve fare nella vita cristiana è in questa parola: ascoltatelo. Ascoltate Gesù, ascoltate ciò che Gesù dice, prendete il Vangelo e leggete ciò che Gesù dice e il vostro cuore, perché egli ha per noi parole di vita eterna per tutti noi. Ci rivela che Dio è Padre e amore, ci insegna la via dell’amore. Ascoltate Gesù, perché anche se abbiamo la migliore delle volontà, seguiamo strade che sembrano d’amore, ma sono egoismi travestiti da amore. Ascoltate il Signore, perché ci indicherà la via dell’amore.  

Risplendere, ascoltare e, infine, non temere. Sono le ultime parole che Gesù pronuncia sul monte per incoraggiare i discepoli spaventati: “Alzatevi e non abbiate paura” (Mt 17,7). Un’idea che si ripete spesso nei Vangeli: “Non abbiate paura”. A voi, giovani, che avete grandi sogni ma siete spesso oscurati dalla paura di non vederli realizzati; a voi, giovani, che a volte pensate di non farcela; a voi, giovani, tentati in questo momento di perdervi d’animo, di pensare di essere inadeguati o di nascondere il vostro dolore mascherandolo con un sorriso; a voi giovani che volete cambiare il mondo e che lottate per la giustizia e la pace; a voi giovani che mettete il meglio del vostro impegno e della vostra immaginazione ma vi sentite non abbastanza; a voi giovani, di cui la Chiesa e il mondo hanno bisogno come la terra ha bisogno della pioggia; a voi giovani che siete il presente e il futuro. È proprio a voi, giovani, che Gesù dice: “Non abbiate paura”. 

Cari giovani, vorrei poter guardare ognuno di voi negli occhi e dire: non abbiate paura! Ma posso dirvi qualcosa di molto più bello: Gesù stesso ora vi guarda, lui che vi conosce e legge nel vostro intimo; guarda nel vostro cuore, conosce le vostre gioie e i vostri dolori, i vostri successi e le vostre sconfitte. E vi dice oggi, qui a Lisbona, in questa Giornata Mondiale della Gioventù: “Non temete! Non abbiate paura! Siate incoraggiati!”. 

A partir do Evangelho que ouvimos, quero responder a esta pergunta com três verbos: resplandecer, ouvir, não temer.

Lascia un commento